martedì 18 ottobre 2016

STEP 04: MITI E LEGGENDE ANTICHE

Continuando la scoperta del colore grigio tè verde, in questo quarto post, cercherò di recuperarlo all'interno di miti antichi. La parola Mito deriva, originariamente, dal greco "mythos", che significa parola, discorso, racconto. Si tratta proprio di storie tramandate attraverso la narrazione, da popolo a popolo, di vicende legate a esseri antropomorfi, eroici, onnipotenti e immortali, i quali vissero straordinarie avventure, condizionando gli avvenimenti sulla terra e a volte influenzando le azioni dei mortali. Sostanzialmente, erano delle trasfigurazioni poetiche di avvenimenti e situazioni reali, con le quali si tentava di spiegare fenomeni naturali e umane inspiegabili. L'esperienza emotiva dei colori e i miti nascono, entrambi, dal contatto con la natura, ed esprimono valori e sentimenti primitivi comuni a quasi tutta l'umanità, che si ritrovano, con qualche evoluzione, anche al giorno d'oggi. Basti pensare al significato che si attribuiva alle varie fasi del giorno o delle stagioni e di conseguenza al colore che le caratterizzava (ad esempio, il nero delle tenebre e il blu del cielo costringevano all'immobilità, così, come oggi, il blu tranquillizza; il giorno, caratterizzato dal giallo solare, donava energia e portava all'azione; il rosso rappresentava l'attacco e la passione; e il verde, colore della natura, esprimeva difesa e autoconservazione). Il colore grigio tè verde, così nella sua interezza, non è presente in alcun mito conosciuto, per tale motivo i miti, orientali e occidentali, riportati si riferiscono agli elementi che lo compongono: tè verde, verde e il tè.

LA LEGGENDA DEL TÈ VERDE E L'IMPERATORE CHEN NUNG 
                                                
                                                     
Secondo la leggenda cinese, l'imperatore Chen Nung(o Shen Nung), detto anche il Divino Mietitore per l'impulso da lui dato all'agricoltura, era così fiscale per il rispetto dell'igiene che non beveva altro che acqua bollita e aveva ordinato ai propri sudditi di attenersi allo stesso precetto. Un giorno dell'anno 2737 a.C., mentre l'imperatore era impegnato in una seduta di preghiera all'ombra di un albero di tè selvatico, una leggera brezza fece cadere alcune foglie di tè all'interno dell'acqua messa a bollire, la quale aveva assunto un invitante color oro. La curiosità prevalse e il grande imperatore assaggiò per la prima volta la deliziosa bevanda, chiamata, in seguito, tè. Dopo averla bevuta si sentì preso da un benessere indicibile e volle conoscere meglio l'albero che aveva prodotto quella foglia meravigliosa e benefica, favorendone l'uso e la coltivazione. Da qui nacque l'uso del tè. 

IL PRINCIPE DI DHARMA


In india, una leggenda narra che il principe di Dharma, durante il suo viaggio in Cina per apprendere gli insegnamenti del buddha, giurò di non dormire durante l'intero periodo di apprendimento, che durava nove anni. Dopo soli tre anni, cedette, ma, prima di abbandonarsi al tanto desiderato sonno, decise di cogliere alcune foglie di tè e le iniziò a masticare. Immediatamente di sentì molto più forte e sveglio e decise di utilizzare il tè per rimanere sveglio durante il resto del suo "viaggio". 

BODHI DHARMA IN GIAPPONE


In Giappone si racconta un'ulteriore leggenda riguardo al tè. Bodhi Dharma, dopo tre anni di continua preghiera, si addormentò. Dopo essersi svegliato, si arrabbiò così tanto che decise di tagliarsi le ciglia e le buttò via, in modo da non potersi più addormentare. Alcuni anni più tardi, nello stesso luogo dove erano state gettate le ciglia, nacque un nuovo cespuglio e si scoprì che aveva la proprietà di mantenere sveglia la gente. 

L'UOMO VERDE NELLA LEGGENDA ISLAMICA DI KHIDR


Alessandro il Grande ottenne una copia del testamento di Adamo, che menzionava che Dio aveva creato una fonte miracolosa alle spalle del monte Oaf, la barriera montuosa intorno al mondo, situata nella Terra delle Tenebre. L'acqua di questa fonte era "più bianca del latte, più fresca del ghiaccio,  più dolce del miele, più morbida del burro e dal profumo più dolce del muschio". Garantiva , inoltre, la vita eterna a coloro che la bevevano. Khidr, con l'esercito di Alessandro al suo seguito, entrò nella Terra delle Tenebre, trovò la Fonte, ma vi cadde all'interno, ottenendo l'immortalità, e diventando così L'UOMO VERDE. Khidr è considerato, tra i Sufi, la Guida al cammino Sufi e si dice che appaia agli adepti in sogno o in persona per aiutarli nel cammino. 
In una leggenda, Khidr era anche il compagno di Mosè e secondo la tradizione il suo nome è associato al colore verde( si dice che persino la pietra su cui pregava divenne di quel colore). Essendo un "Green Man", Khidr è considerato anche il rappresentante della natura e una fonte di saggezza sovrannaturale immortale.





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